Verso Escamplero: 07 agosto – ore 23.00
C’è una domanda che mi assilla: “ma tutte queste salite, come facevo a non ricordarmele?”
Sono arrivato a Oviedo e ho raggiunto la Basilica del Salvador nel modo più figo possibile: condotto dal suono baritonale e modulato di una qualche sinfonia di campane. La città è bella ma per il Cammino è un casino: si imbrocca dalla statua di Alfonso II e poi seguirlo è semplice, grazie alle conchiglie incastonate nel pavimento stradale (bisogna seguire il verso della base non della “conca” al contrario che in Galizia).
Ho deciso che almeno la prima tappa da 12 km era da fare, per non perdere completamente una giornata. E così mi son messo in marcia e ho confermato tutte le mie aspettative. Mi ricordavo della Cappella del Carmen, che non ha niente di particolare se non una fontana e un sello. Volevo arrivarci. Dalla periferia di Oviedo il paesaggio cambia subito radicalmente. Già adesso, sdraiato per terra nel sacco a pelo, mi sembra di essere in cammino da sempre, anche se sono solo ad Escamplero.
Prime colline: campagne, muretti di pietra, mucche e qualche pecora. Un picchio (chissà dove) e tanti profumi e odori. Già abbastanza per riappacificarsi col mondo.
Poi prima della cappella già qualche anticipo di bosco… E dopo sentierini immersi tra gli eucalipti e piante bellissime. Un fruscio e a pochi metri un cervo femmina che scappa: è il bello di essere l’unico pellegrino lì a quell’ora. In realtà non l’unico: un mio coetaneo di Barcellona, dopo esserci incrociati tre volte, si presenta.
Poi arrivo ad Escamplero, ammetto già un po’ stanchino. La prima tappa è breve ma ci sono salite ripide che senza allenamento patisco un po’. Mi fermo, mi bagno testa e becco, e riparto.
Ho fatto un po’ di foto per ricordarmi dei posti: e in verità molto di quel che ricordavo del cammino 2011 era concentrato oggi. Domani tappa un po’ più lunga, fino a Grado più facile e dolce, dopo con un po’ di ripresa. Sei orette previste… Buona notte.
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