La Diga: Grandas de Salime

La Diga: Grandas de Salime

Verso Grandas de Salime
12 agosto – Ore 10.30

Questa mattina partenza alle 6.30, bellissima luna e cielo terso profondissimo. Atmosfera aliena ed asturiana, silenzio e desolazione ammiccante.

Poi salita per 5 o 6 km con un inizio di luce e arrivo sulla cresta della collina, tra le pale eoliche.

Ecco una versione porno-soft di Tolkien: luce calda, quasi rossa, che mi proiettava una lunga ombra sull’asfalto. Un verde caldo e illuminato a tratti, a tratti ancora in ombra, il cielo blu in schiarimento, fiori dai colori vividissimi… Insomma una meraviglia, con la vallata alle spalle lasciata indietro e dopo altri virtuosismi… Un sentiero in pendenza che si proiettava verso il nulla: la valle successiva. Spettacolo l’effetto del cammino che sembra cadere nel vuoto, con un letto di nubi bianche soffici al limitare dei pochi metri in vista.

Poi una decina di km di discesa ripida, grazie alla quale ho scoperto di avere dei muscoli di cui ignoravo totalmente l’esistenza.

Inizio giornata di una dolcezza e suggestione veramente forti.

 

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Ore 12.08

Tappa già finita, anche oggi 25 km volati, nonostante i dislivelli e due scenari completamente diversi. Sotto le nuvole discesa ripida tra tornanti nel bosco: una pioggia un po’ più insistente del solito ma sempre fine. Ritorna l’atmosfera post-apocalittica soprattutto quando tra gli alberi, laggiù in basso, spunta una diga con una centrale elettrica semiabbandonata. Edifici bianchi in lontananza con le finestre aperte sul buio come occhi di zombie, tipiche goccioline da fall-out tutto intorno (e chi non ce l’ha presente?).

L’avvicinamento in solitudine era quello classico del sopravvissuto che cerca cibo tenendosi lontano dai centri abitati, per evitare LORO. Le case, coi tetti sfondati e piene di detriti, si avvicinavano pian piano. La stradina dal bosco è finita su una statale: per circa 8 km percorsi non è passata alcuna macchina.

E la diga. Unico passaggio per attraversare la valle. Prima di raggiungerla un angolino fighissimo: porta di ferro nella pietra e belvedere più simile ad un bunker che ad un punto panoramico. Son stato lì a mangiarmi due pesche e una prugna, pensando a quante minacce di annidiassero dentro quegli edifici spogli. LORO guardavano il mio passaggio.

Tappa d’arrivo: Grandas de Salime.

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Ore 13.30

Albergue occupato, Giovanni prepara la carbonara (il veneto, non sto parlando in terza persona), io ho pensato all’aperitivo con una bottiglia di rosso e olive, Mauro spero scenda. Albergue finalmente vivibile tra l’altro e meno male, visto che oggi boh!

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