La gita al parco

La gita al parco

La gita ed i gitanti: 17 agosto – ore 13.15

E così è giunto il momento dei saluti. Questa mattina sveglia alle 6 tranquilla e poi 15 km in cui il Primitivo ha chiuso col botto: una meravigliosa strada su una cresta con l’alba e le stelle a tenerci compagnia. Destinazione Melide, città grossa, turistica, piena di pellegrini del Francese.

Ho accompagnato i miei due compagni di percorso al pullman per Santiago (alla fine andranno a Finisterre) che non volevano l’immersione nella folla e poi sono partito di buon passo per portarmi avanti.

Il cammino è bello, è facile, l’unico handicap è il caldo unito alla folla in gita. È buffo trovare gruppi di quindici persone e sorpassarli come se stessero fermi. Ho riflettuto un po’ sulle differenze tra i due cammini: è vero, mi sento un po’ un veterano che non vede più nessuno dei suoi, e sente lamentele di gente appena partita che si sente in missione per conto di dio e fa un po’ sorridere. Chi fa tutto il Francese deve vivere un’esperienza grandiosa, perché sta per un mese fuori dal mondo e soprattutto dai Pirenei ha tappe impegnative. Ma gli altri sono proprio buffi, puliti, perfettini, pettinati e convinti nel fare mille soste e mille foto ricordo.

Ci sono distributori di bevande ogni 5 km e un numero di bar esorbitante. Scarpette bianche bianche che vedono la polvere dei primi 50 km nel caso di chi ne fa giusti 100 per poter avere la compostela, ed è adesso a metà strada con tappe da 20 km.

Sinceramente sento più che altro malinconia, ma così come sono partito da solo sono contento e trovo giusto arrivare da solo. Mancano 40 km a Santiago, che in teoria sarebbero due tappe brevi, ma ho fretta di arrivare, di rifare il mio rito dell’acquisto di vestiti nuovi, la messa nella cattedrale e prenotare il volo del ritorno. 40 km sono troppi per farli in un giorno, per cui da Ribadiso dove sono voglio almeno superare Arzùa. Camminerò dopo una comoda sosta ancora almeno un paio di orette e vediamo dove si arriverà. Chissà tutti gli altri volti ormai noti dove sono finiti dispersi…

A Santiago ho un po’ di rituali miei da fare poi il tempo per tornare (in anticipo sulle previsioni) sarà giunto. Uno dei messaggi del Cammino è che ognuno lo fa a modo suo (ed è giusto che sia così), ognuno deve rispettare gli altri (ed è solo su questo che i pellegrini della domenica, quelli festanti, rompono un po’ le scatole) ma ognuno può raggiungere il risultato che si è prefissato. Gita o non gita.

E per concludere, la felicità è uno stato d’animo dato da un complesso equilibrio di fattori, ma quando dentro al cocktail c’è anche una buona dose di tristezza dolce (o malinconia) è nella sua forma migliore. La vita mi ha insegnato a non peccare di hybris dicendolo, ma in questo preciso attimo sono felice.

Ore 17.30

Di come la fortuna aiuta gli audaci. Stamattina la palina segnava 76 km e rotti a Santiago. Questa sera, dopo tre comode pause e quattro lunghe passeggiate, il count-down è sceso a 25 km e rotti. Mi son goduto la strada (ok, gli ultimi km un po’ meno per male imprevisto al mignolo del piede sinistro e perché mi è toccato leggermi i versi scritti su ogni cassonetto di “Imagine” di John Lennon), e l’ho DOMINATA. In poche parole le tre tappe previste diventano due con quella di domani neanche troppo lunga. Poi ho trovato un albergue a Salceda gestito da “il Boni”, un tizio assurdo ma molto simpatico: uno dei più puliti e organizzati visti finora (è il primo del Cammino Francese, mi sa che qui sono meno spartani…). Adesso doccia (con idromassaggio) e relax, almeno mi sono fatto il mio record personale di camminata quotidiana.

Ps: aggiungo in chiusura un ringraziamento ed un pensiero ai miei due compagni di viaggio, così diversi eppure così efficaci a fare gli angeli custodi divertenti. Mi hanno chiamato “il ragazzo” per un bel po’ di tappe e mi hanno ascoltato, senza dire molto ma facendomi riflettere lo stesso. Anche nei saluti siamo stati come si deve, senza smancerie ma con sincerità, e anche l’ultima cosa che hanno detto alle mie “spalle” (è veramente il caso di dirlo), resterà:

G: hai visto lo zaino del ragazzo?
M: sì…
G: lo zaino è lo specchio della vita, quando è arrivato era un gran casino. Adesso è tutto compatto e ordinato senza più niente di appeso fuori.
M: è stato fortunato ad incontrarci…
Io: allora adesso andrete a Finisterre a salvare qualcun altro?
M&G: no basta buone azioni, speriamo di incontrare belle fanciulle adesso!
(Dialogo ovviamente molto parafrasato).

Pps: qui è pieno di italiani e sto fingendo di non esserlo… Ma sono ovunque! Mentre altri parlano di cose profondissime… Che non sono poi così dissimili da quel che pensavo anch’io… Ma qui le dicono tra di loro!!!

E come per ogni gita che si rispetti, ecco un po’ di foto:

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