L’arrivo: 18 agosto – ore 09.20
Questa mattina ho capito perché non si camminano 50 km al giorno… Non perché i piedi o le gambe non ce la facciano, ma perché il tempo di recupero aumenta a non so quanto. Non una notte di sicuro: così mi sono avviato per i miei 26 km alle 6, che mi sembrava di averne già fatti 20.
Ammetto che come mio solito ho quasi ceduto. Purtroppo ho la tendenza a fare tutto bene, alla grande, con risultati più che soddisfacenti e poi al 98% della realizzazione abbandonare. Un po’ perché ormai ho dimostrato che lo potevo fare, un po’ perché mi demotivo e un po’ per il classico “ma chi me lo fa fare”.
E così ho pensato che su 350 km prendere una corriera mi avrebbe fatto arrivare prima a Santiago e guadagnare la giornata.
“Se togli 5 centesimi ad un milione di euro, non è più un milione di euro”.
Fortunatamente sono poi sbucato su una sorta di Esodo, una fiumana di pellegrini raccapricciante, in cui sono confluito, prima di cominciare lo slalom dei sorpassi, così non ho ceduto ed anzi ho aumentato il passo. La concorrenza fa sempre bene e non ci saranno nei sulla mia avventura.
È cambiato un po’ tutto e sto avvertendo il prossimo passaggio in arrivo. Per due settimane mi sono spostato su un ritmo più o meno di 4,5 km/h: oggi mi è passato un aereo sopra la testa. Per due settimane il mio mondo è stato vedere una trentina di persone in tutto, sperse nel nulla, parlare normalmente con due, e passare la maggioranza del mio tempo solo, col rumore dei miei pensieri e senza nessuno in vista (anche per tutto il giorno): oggi le colonne di camminatori credo siano solo avvisaglie di ciò che mi aspetta a Santiago.
Tutto ciò ha molto senso. Un po’ come partire da solo, camminare in compagnia, e tornare da solo. Ho decelerato estremamente e mi sono isolato, è stato bello e credo utile, adesso c’è l’impatto del ritorno su un piano più normale. Eppure mi è chiaro che il viaggio continua, ben oltre la linea di arrivo.
Forse questo sarà l’ultimo (o il penultimo) post di questo blog, perché il resto non sarà più in tema: ora salirò il monte Gozo, poi farò un po’ di foto della città all’arrivo e penso andrò in un hotel. Lo spirito di albergue con 3/400 posti non è lo stesso di quelli con 20 letti e gente distrutta dalla giornata che dorme secco. Da questa sera non sarò più pellegrino.
Ore 15.30
L’arrivo in Santiago intorno a mezzogiorno è stato emozionante. Il monte Gozo non arrivava più e l’ho odiato, poi avvicinarsi cominciando a vedere i casoni della periferia, camminando sul viale assolato che porta in città ammetto mi abbia quasi fatto ridere. Non per ironia, ma per quel sorriso solitario ed un po’ folle di quando vivi un misto di emozioni positive. Pensavo che sarebbe stato tutto più banale, viste le premesse, invece no.
Poi l’arrivo all’ufficio del pellegrino per il certificatino, una coda di quasi due ore e gente ovunque, turisti, pellegrini pro che si sono fatti 800 km (e che commentano: “sembra la Roma che accolse Lutero”), pellegrini della domenica, abitanti, mendicanti… Un grande show che mi ha fatto pensare a prendere un hotel come si deve (in fondo i 300 euro che mi ero portato mi sono bastati per 14 giorni, vivendo bene, e sono finiti proprio oggi, insieme a vestiti puliti che ho man mano centellinato).
E visto che sto facendo tutto quello che nel 2011 avrei voluto fare e non ho fatto, eccomi all’Hostal dos Reias Catolicos. Bellissimo. Un bagno ristoratore mi ha fatto rivivere i piedi e mi sto ricaricando come una centrale nucleare con una nuova barra di uranio: col cammino impari il valore di tante cose cui non fai più caso, e hai la capacità di vivere tutto più intensamente.
2 Comments
Ė piu di un decennio che mi propongo di diventare un pellegrino.
Nonostante i buoni propositi mi venga nei momenti meno opportuni, procrastinando di anno in anno la mia partenza, un giorno anche io avró lo zaino sulle spalle ed i sandali .
Per adesso mi sono sono goduto il tuo cammino, ammetto con un pizzico d’invidia.
Complimenti e grazie.
Rimanendo fedele al mio personaggio: ti stimo fratello.
Caro Pietro che bello leggerti… Vedrai che arriverà il momento per il tuo cammino “simbolico”… Intanto sarebbe bello vedersi una volta, magari un venerdì a pranzo 😉 stima ricambiata in pieno!
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