Chi entra e chi esce: cinque regole da rispettare

Chi entra e chi esce: cinque regole da rispettare

Breve nota, una regola di buon costume che vediamo infrangere tutti i giorni ma che, nelle relazioni interpersonali può ancora dire la sua: a chi cedere il passo? Sì, insomma, quando entriamo in pizzeria con una fanciulla, le apriamo elegantemente la porta e la facciamo andare per prima, oppure no? E quando usciamo?

L’annosa questione è in realtà molto semplice, quanto è semplice riscontrare la cafoneria diffusa più becera. A parte chi non si pone proprio il problema, e magari le rutta anche in faccia dopo aver mangiato gorgo e cipolle (ma spero non legga questo blog), basta risalire all’origine della “regola” per interpretarla più o meno liberamente, attualizzandola, e capire che senza questi piccoli accorgimenti anche l’abito più elegante non scalfisce minimamente la nostra rozzezza.

Il principio è quello della difesa: c’era una volta un mondo in cui l’Uomo difendeva la Donna, le suffragette non erano ancora arrivate e, come contraltare di un becero maschilismo sociale, c’era questa bella cosa che si chiamava rispetto per il “gentil sesso”. Lo Stilnovismo indica la via, i secoli dopo la seguono. Fatto sta che le donzelle sono indifese, non fanno corsi di krav-magà, nell’Ottocento svengono ogni tre per due per ogni emozione (e per i corpetti stretti stretti che bloccano la circolazione ndr) ed è il caso di assicurar loro la massima tranquillità.

1) La persona più importante, generalmente, sta a destra e cede il passo.

Prima regola è quando si cammina insieme: la persona a cui ci si sottomette (volutamente e sappiamo che per essere galanti l’arte della conquista non passa dal machismo ma dalla massima attenzione), in questo caso la ragazza (ma potrebbe essere un adulto più anziano, oppure un personaggio cui dobbiamo deferenza), sta alla destra della persona “servente”.

2) Nei locali pubblici entra prima l’uomo.

Per educazione si fanno entrare prima le donne. Errore! O meglio, generalizzazione troppo ampia! La fanciulla che entra nel locale pubblico si trova smarrita, spaesata, non può parlare con la servitù e potrebbe essere frutto di occhiate spiacevoli in quell’attimo di protagonismo che l’apertura della porta le riserva. D’altra parte è bellissima – di diritto prima che di fatto. In più, un locale pubblico anche ben frequentato non è un circolo, di cui si conoscono gli avventori, può nascondere dei pericoli, per cui: prima l’uomo.

3) Nei locali privati e a casa vale la regola famosa: prima le donne.

In tutte le altre circostanze, ovviamente, si apre la porta alla fanciulla e la si lascia passare per prima. Non ci sono minacce ed è giusto cederle il passo, per rispetto della sua funzione karmica e perché, comunque, ha quelle armi ormonali con cui da sempre controlla il mondo.

4) A uscire è sempre prima l’uomo.

Qui non ce n’è. Si apre, si esce in strada, si tiene la porta alla damigella e la si scorta poi verso la prossima destinazione. Impossibile far passare per educazione tirarle un calcio nel fondo schiena mentre fuori c’è il diluvio così che sia lei a dover aprire l’ombrello (e d’altra parte la paghereste molto cara, anche se non aveste velleità da gentleman). Ovviamente se lei è in auto da sola la si accompagna finché non è salita,  se la si accompagna a casa si aspetta che apra il portone e lo richiuda, se si può la si scorta tutto dove i rischi (che tornano in fin dei conti attuali, oggi) non siano sventati o sventabili con la propria cavalleresca presenza, passo dopo passo.

5) Eccezioni e ratio nel cedere il passo.

Andando a zonzo può capitare che dare la destra alla propria diletta sia sbagliato. Ma come?! Perché?! Semplice, perché alla base di tutto c’è la spada. Come pensate di difenderla la vostra dama se non estraendola dal fodero (diciamo che queste regole sono un po’ datate, ma il bello è proprio questo, no?)? Dimenticate la possibilità di essere mancini – storicamente irrilevante -, se sfoderate la spada (che è alla vostra sinistra) aprendo il braccio destro date copertura a chi è alla vostra destra. Semplice no? Le cose cambiano se c’è un muro: la persona servita, in quel caso, deve stare dal lato protetto (quindi tra voi e l’edificio) perché – tra le altre cose – si evita gli spruzzi di fango delle carrozze oppure i teppistelli scippatori in motoretta. Stessa cosa quando ci si siede (ma della disposizione a tavola parleremo un’altra volta).

NB: l’uomo non deve diventare quella creatura tutt’altro che mitologica: metà uomo e metà zerbino. Il machismo difficilmente è elegante, ha il suo perché a sentire il parere di un tot di “donne moderne”, ma personalmente non ho i mezzi per capirlo ed interpretarlo. Sarà una questione di imprinting, di formazione, di casi della vita, ma proprio non mi viene. Concettualmente il suo opposto è fare tutto ciò che una donna vorrebbe, prima che lo voglia. E’ sdraiarsi in una pozzanghera per farsi calpestare e non farle sporcare le scarpette, invece di tenerle il braccio e farla passare dieci centimetri più in là, dove il marciapiede è asciutto. Anche lo zerbinaggio è inelegante come il machismo e, in fin dei conti, come ogni estremo.

2 Comments

  • M di MS Posted Luglio 16, 2015 7:16 am

    Ciao! Posso permettermi di aggiungere qualcosina? All’interno del locale il nostro uomo farà accomodare per prima la sua dama spostandole la sedia e soprattutto le permetterà di sedersi con le spalle al muro per godere della visuale migliore.

    • johnfvtc Posted Luglio 16, 2015 12:43 pm

      Benvenuta! Certo, assolutamente vero quanto dici: dare il favore della sala alla dama è una cortesia, dal punto di vista estetico, quanto una protezione, in linea con quanto accennato nell’articolo. Sul comportamento a tavola magari scriverò qualcosa tra un po’ di tempo, così come sul corretto comportamento da tenere con una fanciulla, o anche semplicemente con altri commensali. Grazie del commento

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