L’educazione che va in vacanza

L’educazione che va in vacanza

L’educazione che va in vacanza, insieme all’eleganza. Abbiamo visto come ci possiamo vestire se non vogliamo 1) sembrare ridicoli, 2) essere un pugno nell’occhio per gli altri, 3) sentirsi a nostro agio con un’eleganza informale che ci fa sentire meglio. Adesso però rendiamoci conto di un altro importante fattore: al mare, soprattutto in spiaggia, occupiamo un posto densamente popolato senza una specifica attività da compiere e circondati da persone che credono di poter finalmente godere di una libertà assoluta.

Cosa significa? Che se il peggio qualsiasi uomo o donna lo tira fuori, caratterialmente, mentre guida l’auto e va in giro come una scheggia impazzita di egocentrismo, il secondo luogo più pericoloso per le relazioni umane è proprio la vacanza.

L’educazione che va in vacanza

Le tipologie di vacanzieri individuano alcune forme comportamentali tipiche che vanno dall’espansionismo alla vera e propria maleducazione, passando per il magico mondo dell’educazione delle nuove generazioni, il disturbo della quiete pubblica e l’inquinamento acustico. Per non parlare del tamarro standard da abbordaggio selvaggio o dei vari “personaggi” che devono in qualche modo dar libero sfogo a loro fisime, che siano passare tutto il tempo connessi ai social network, a fare jogging, a fare yoga o ad ostentare una cultura smisurata, creando una piccola biblioteca da intellettuali sotto l’ombrellone.

La regola aurea, qui, è proprio evitare gli estremi. E non c’è occasione che non approfitti per ripeterlo. Che ci siano bambini esuberanti, palestrati in cerca d’attenzioni, top model che ti passano davanti come se fossero uscite dai più reconditi sogni erotici, non importa: a noi deve importare poco di cosa pensano gli altri (quel che facciamo, in termini di eleganza e stile, è sempre ed unicamente per una sorta di scelta di vita, non per essere riconosciuti o accettati, anzi) e molto di quanto impattiamo sugli altri. Se qualcuno sta facendo di tutto per attirare l’attenzione globale, ignoriamolo. Se qualcun altro pensa di poter costruire castelli di sabbia sulla nostra testa, diciamogli gentilmente di evitare.

Ma soprattutto, per quanto ci riguarda, costruiamoci una confortevole bolla prossemica. Significa ricavarsi uno spazio dentro al quale non tolleriamo intrusioni che, certo, in uno stabilimento balneare ligure è probabilmente molto ristretto, ma che potenzialmente è un nostro regno in cui stabilire leggi e ordine. Lì, noi siamo dei monarchi assoluti ed illuminati. Lì si rispettano le stesse regole che riteniamo fondamentali altrove:

  • se qualcuno ti parla, tu non leggerai, non guarderai l’iPad, non ascolterai la musica durante tutto il tempo della conversazione, ma dimostrerai che avere più tempo per se stessi, in vacanza, significa anche avere più tempo per gli interlocutori. Salvo che non te ne freghi nulla dell’interlocutore, nel qual caso, gentilmente, è opportuno farglielo capire per non protrarre per cortesia una relazione condannata al martirio.
  • se gli altri perdono la calma, figlio mio, tu mantienila: questo significa che facilmente le persone meno preparate e consapevoli sono più veraci, e possono per questo esagerare. Per esempio urlare, o creare conflitti in una situazione che, oggettivamente, non lo richiederebbe. Anche se fa caldo è importante mantenere il sangue freddo e minimizzare.
  • l’igiene per sé e per il mondo intorno è importante. Per cui evitare la pianta dei piedi nera perché si cammina scalzi, evitare episodi anche occasionali di cura personale del corpo in pubblico (ho visto cose che voi umani non potete immaginare), evitare di lasciare bottiglie, pezzi di gelato, tovaglioli, mozziconi o altro nella sabbia, evitate tutto ciò che vi dà fastidio se lo vedete come spettatori. In fondo, essere esemplari significa dare un esempio: se nessuno lo seguirà è affar nostro, ma non colpa nostra.

Infine ricordatevi che siete maschietti. Il modello metrosexual è andato per un po’, ma era una moda. Ora, non dico che dobbiate appoggiare una bottiglia di birra sulla linea prominente della vostra pancia, stare sotto l’ombrellone e urlare apprezzamenti volgari ad ogni passante, questo no. Ma dico che non dovete neanche passare per una diciottenne dall’estetista: che il sole vi piaccia o meno, tendenzialmente l’uomo si abbronza perché fa attività all’aria aperta, va in barca a vela, si diverte con gli amici, o semplicemente perché non rifugge l’esposizione solare. Non fa la sogliola. Non si cosparge di olio per rimanere poi sul lettino dall’alba al tramonto, magari diminuendo l’area coperta dal costume per abbronzarsi di più. Lo può fare una donna, che dedica più tempo al proprio aspetto, ma sotto sotto l’eleganza è anche fatta di una buona dose di calcolata indifferenza al contesto. Per cui, la crema protettiva per motivi di salute (anche se pure quella a me va poco giù) è doverosa, altri prodottini no: e per dire un’ovvietà, ma che tanto ovvia non è, la depilazione è un reato. Si possono fare eccezioni marginali, nel caso abbiate una fidanzata particolarmente pedante e la schiena di uno scimpanzé, che potete allora permettervi di curare un pochino, ma altrimenti lasciate i vostri peli lì dove sono. Non siete Dio né Darwin, e il livello evolutivo a cui siete giunti è quello, che abbiate la pelliccia o siate glabri come un uovo.

Detto ciò non vi resta che divertirvi: se giocate al pallone come bimbi, evitate di dimostrare tutta la vostra forza nel calciarlo colpendo a morte una vecchietta dall’altro lato della spiaggia, come un cecchino durante l’assedio di Stalingrado. Se siete degli edonisti, evitate il più possibile le effusioni in pubblico: si può essere teneri, o sexy, o premurosi, anche senza accoppiarsi ogni momento. E poi avrete una camera d’albergo o un appartamento: usateli. Se siete single e in caccia, fate un favore all’umanità: non pensate di essere alle vetrine di Amsterdam. Lo so, ci hanno abituati tutti alle avventure estive, ai falò con la chitarra in cui si danno lunghi baci sotto la luna a ragazze pressoché sconosciute, le stesse ragazze dimostrano una maggiore propensione al trasporto emotivo quando è luglio o agosto: ma se siamo gentlemen manteniamo un atteggiamento che ci porti da un lato a non perdere piacevoli occasioni, dall’altro a non mancare mai di rispetto all’altra persona. Non è un oggetto, non è probabilmente l’amore della vita, ma è anche – cinicamente – un buon esercizio per dimostrarci quanto bene riusciamo a far sentire una fanciulla che ci conceda le sue attenzioni. E poi non si sa mai, che si sia in spiaggia o alla corte della regina Elisabetta, le persone che si conoscono sono pur sempre il valore aggiunto alla nostra vita, che da soli ha un senso limitato. Cogliete le occasioni come crescita perché non ci sono vacanze da chi siete (e l’educazione non va in vacanza) e quando tornerete a casa, vi vedrete sempre di fronte allo specchio: un po’ più scuri magari, ma dura poco.

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