Elucubrazioni sulla barba. Stavo vagando per la rete quando mi sono imbattuto in un lungo articolo sulle barbe. Anzi, non solo un articolo, ma una vera e propria guida con tanto di e-book di 39 pagine da scaricare per saper come gestire al meglio i propri bulbi piliferi facciali. Confesso che la cosa mi ha lasciato inizialmente interdetto, poi mi ha spinto ad approfondire, ed infine mi ha fatto ritrovare – come spesso mi accade – arroccato su una posizione stilistica precisa che vado a raccontarvi.
Intanto sappiate che tutti i “maschi” di riferimento della mia famiglia, purtroppo non più presenti nella mia quotidianità, hanno sempre avuto la barba, piuttosto incolta e lunga, fornendomi un modello maschile per cui sono abituato a non riconoscermi se perfettamente rasato. Un po’ in linea con quella vecchia battuta sempre divertente: “C’è un nome per un uomo rasato e senza barba. Si chiama donna.“
Tuttavia non sono un talebano e non sono neanche un fautore della barba a tutti i costi, anzi, sono piuttosto ostile – non so voi – alla moda hipster di baffoni ottocenteschi e di barbe particolarmente artefatte e lunghe. Dovessi estrapolare un principio dalle svariate sensazioni che provo di fronte agli spettacoli che la fauna cittadina offre, direi che la linea guida può essere: una persona di aspetto elegante può sia essere perfettamente rasata, sia avere una barba che però non ecceda in cure e artificiosità. Cosa intendo?
Ricordatevi che non siete Salvador Dalì né Abraham Lincoln, neppure Camillo Benso di Cavour o Robert Downey Jr.
Il rituale della rasatura
Un caposaldo dello stile maschile è l’arte di radersi. L’aspetto di un uomo che dedichi quei cinque minuti ogni mattina a ripulirsi il viso dalla ricrescita dei peli è senz’altro professionale e pulito, quindi ammirevole. Ci sono fior fiore di prodotti, che forse un giorno approfondiremo, che servono ad ammorbidirsi la pelle del viso con setole di cinghiale rette da corno di cervo, spalmate di schiume profumatissime e soffici, montate come panna in coppette lucidissime di metalli raffinati, che ricreano un vero e proprio mondo di cura personale. Così gli after-shave, i dopobarba, profumi e colonie varie. In particolare, è di qualche tempo fa una campagna pubblicitaria che ho trovato molto bella e che veniva sorretta dal concept-claim: “Evolution needs a gentle reminder every morning.” Ecco la declinazione grafica:
Devo dire che ci sono svariati capolavori nel settore pubblicitario, e d’altra parte, lontano dal marketing e girando per Londra, ho trovato interi negozi di articoli per rasatura che sembrano templi in onore del concetto di gentlemen che vorrei salvare dall’oblio. Stima e rispetto per chi li ama.
Finché c’è barba…
Ambrose Burniside aveva dei bei favoriti
Molto più spesso, basta modellare il volume della barba in base alla forma del volto: se il volto è ovale e lungo sarà da evitare una barba corta sulle guance e lunga sotto il mento (per evitare l’effetto mezzaluna); viceversa, se uno ha una faccia paffuta e tonda, sarebbe meglio fare l’opposto (per evitare l’effetto sole sorridente con raggi disegnati intorno). Tutto il resto è noia: e non per niente la guida (in italiano questa volta) più completa che si trovi sul tema è su un sito che si chiama “Pianeta Donna” sotto la sezione Beauty, con decisi riferimenti al valore seduttivo della barba. Sarebbe un indizio sufficiente per capire che c’è qualcosa che non va e che si sta cadendo dal mondo dell’eleganza al sottobosco della moda: ancora una volta è sempre di più “less is more”.
C’era una volta il barbiere
Regole precise direi che non ce ne sono, perché ognuno è fatto somaticamente a modo suo (Lombroso docet), e non si può escludere a priori che un pizzetto possa star bene a chicchessia. Però ditemi chi di voi va quotidianamente dal barbiere (deputati e senatori esclusi: voi fumate ancora il Toscano fatto apposta per il Parlamento e avete il vostro barbiere di fiducia) a leggere il giornale, gestendo una vita dai ritmi decisamente poco sostenuti. Penso quasi nessuno. Ecco, allora va da sé che la cura eccessiva del vostro viso rivelerebbe quella che nel Medioevo sarebbe stata definita “vanagloria” e che vi fa poco onore. Soprattutto, se la barba non vi cresce o vi cresce malissimo, non ostinatevi a dissimularne la pochezza inventandovi strane fogge. Non c’è niente di peggio di chi non può e cerca di ostentare di potere.
2 Comments
concordo ahah
ho appena aperto questo blog e mi piacerebbe se qualcuno passasse a dargli un’ occhiata (per ora solamente alla grafica ahah)
Ciao Rebecca! Bello il sottotitolo e ormai che sono caduto nella trappola posso dire di condividerlo appieno 😀
Passa a trovarmi e avvisami quando scrivi qualcosa, sono curioso… per la grafica direi che è molto bella (e come potrei dire altrimenti?). In bocca al lupo!
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