Internet è pieno di tutorial su come fare la valigia per andare in vacanza: lunghi elenchi di oggetti indispensabili, consigli su cosa portare, suggerimenti su cosa acquistare per essere più cool e fare colpo. Beh, qui non troverete niente di tutto ciò. Primo perché sono quel tipo di persona che si accorge che sta partendo il giorno stesso, secondo perché dedico normalmente dieci minuti a gettare tutto quel che mi viene in mente nella sacca, e poi la Provvidenza farà il suo dovere. Però, qualche regola utile da seguire c’è.
Intanto non vi faccio elenchi perché dipende da dove state andando. Costa Azzurra, Liguria, laghi, montagne, città d’arte: le possibilità sono infinite e cambiano i dresscode. Poi variano i mezzi che utilizzate per raggiungerle, che normalmente determinano il tipo di bagaglio da scegliere (unavaligia rigide in pergamena va bene se andate in Giulietta, ma non in aereo, uno zaino da 20 litri va bene se andate verso Santiago, non a Parigi ecc.). Poi dipende da quanto tempo state via: un weekend non è un mese di villeggiatura (per chi ancora segue questo costume per me legato all’infanzia). Infine variano i gusti personali che – al di là di quanto io possa assillarvi – rimangono il miglior discrimine per scegliere cosa portarsi dietro quando si viaggia.
Prima regola: fate come se doveste incontrare qualcuno che conoscete
Una cosa che balza subito all’occhio è che molti, quando vanno in vacanza, pensano di entrare in una sorta di buco nero spazio temporale: là dove si dirigono nessuno li conosce e quindi possono vestirsi in modi ridicoli impunemente, quasi a sfregio, risultando agli occhi di tutti evidentemente turisti, possibilmente basso-spendenti. C’è anche una certa sudditanza psicologica con la Germania, per cui addirittura gli italiani si spingono verso gli abominevoli abissi dei calzini bianchi di spugna sotto i sandali. Ma perché? Quando scegliete cosa portarvi fate una cosa: scegliete indumenti comodi e – ovviamente – immaginatevi che utilizzi ne farete in base alla destinazione. Poi, prima di chiudere, pensate a come vi sentireste se una persona che conoscete a casa vostra vi incontrasse anche in quei lidi lontani, cosa penserebbe di voi? Così forse porterete una camicia in più e una t-shirt lilla in meno.
Seconda regola: ottimizzate la valigia con gli abbinamenti
Qui entriamo direttamente nelle valigia. Abbiamo detto che dovete immaginarvi che situazioni vivrete: per cui niente abiti leggerissimi se andate su vette innevate, né golfoni di lana se andate in barca a vela nel Sud Italia. Ma non solo. Lo spazio è comunque limitato e non si viaggia più – purtroppo – con la servitù che carica il set di bauli Vuitton nella carrozza. Per cui se prendete questo accorgimento vi semplificate la vita: mettete indumenti che siano intercambiabili come abbinamento. Intendo che i pantaloni che portate vadano bene con tutte le camicie, e viceversa. Che la giacca stia bene su tutti i pantaloni (se ne portate una) e via dicendo. E’ un’ovvietà, ma vi permette di improvvisare in base all’umore del momento con molta più scelta, il che è una piccola libertà che spesso, se ragionate a “set granitici” vi precludete.
Terza regola: piegate con cura
Qui sono molto scarso, ma quando aprirete il bagaglio ne sarete contenti. Se invece di buttare tutto alla rinfusa dedicate qualche minuto in più a piegare con un po’ di cervello ciò che vi portate via, allora ci sono un po’ di probabilità in più che non vi vestiate poi di roba tutta stropicciata. Potete, in una valigia rigida, usare dei fogli di giornale per dividere i tessuti in modo che mantengano di più la piega. Oppure, se usate una sacca, potete abusare dei sacchetti di plastica trasparenti per suddividere le tipologie di abiti che vi portate via, guadagnandoci anche per la gestione successiva quando man mano avrete usato e sporcato i capi. Non necessariamente li laverete (o avrete un hotel con servizio di lavaggio) e in questo modo potrete mettere le scorie radioattive là dove non potranno danneggiare con le loro radiazioni i vicini sani.
Quarta regola: non dimenticate di mettere in valigia le cose essenziali!
Per concludere, la check-list: che sia di medicinali, di beauty o di documenti non importa, ciascuno di noi (ed ogni tipologia di viaggio) ha una serie di oggetti indispensabili, di quelli che se vi accorgete di non averli presi vi costringono a tornare indietro (o come mi è successo una volta a ricorrere ad escamotage imbarazzanti come farsi fare una nuova carta d’identità per non perdere un volo). Ecco, mentre pensate a che cravatta portarvi o quale fantasia di camicia vada meglio per il paesino provenzale che visiterete, questi beni inamovibili sono i primi che si volatilizzano dalla memoria. E sono quelli che tutti vi chiederanno “hai preso questo? hai preso quello?” e sarà così ovvio che l’avete preso che risponderete “certo!” senza controllare, fin quando non sarà troppo tardi. Per quelli vale la pena di pensarci con un po’ di anticipo e fare in modo di non farseli sfuggire dalla valigia. Per tutto il resto c’è sempre l’opzione – che è un po’ dispendiosa ma fa girare l’economia – di provvedere poi in loco.
E’ così che nel lontano 2006 ho acquistato in Scozia due golfini di cachemire che ancora oggi adoro e mi porto in giro come la copertina di Linus: indumenti dal valore intrinseco normalissimo, ma che hanno assunto una portata di affezione epica.
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