Se si guardano le riviste di moda o quelle foto un po’ ritoccate dei grandi elegantoni che sfilano intorno al mondo delle passerelle, tutti dandy e spesso eccessivi, si nota facilmente che un accessorio sopravvalutato dell’uomo è il braccialetto. Ora, io sono stato abituato a vedere i gioielli sulle donne, quindi muovo i miei passi da un chiaro pregiudizio, tuttavia ho trovato nel corso degli anni alcuni braccialetti carini, che in determinate occasioni mi permetto di indossare.
Se tuttavia la cravatta, la pochette, i gemelli sono parte integrante dell’abbigliamento, per quanto riguarda i braccialetti non mi sento di dire altrettanto. Certo, molti stanno bene, ma sono pur sempre elementi passeggeri e – nel mio modo di vedere – estranei all’outfit classico. E allora come sceglierli, se sceglierli? Perché indossarli?
In questo caso vedo due sole semplici regole per decidere se agghindarsi o no con un accessorio in più, e sono rispettivamente quella estetica e quella simbolica. Ovvero, tradotto: metto un braccialetto 1) se mi piace, 2) se mi ricorda qualcosa (una persona che me l’ha regalato, un momento particolare in cui l’ho acquistato, un viaggio, ecc.). In questo articolo ci soffermeremo esclusivamente sul primo caso: quello in cui il nostro senso estetico ha voglia di vagare verso qualche lido del tutto velleitario ed inutile.
Tolto il fatto che i materiali “consentiti” (o meglio, preferibili) per un maschietto sono metalli nobili, cuoio o corda (o mix tra di loro), vi faccio il caso degli Anchor Bracelet di Paul Hewitt, che trovo assai carini: sono informali, sono discreti, sono colorati. In una parola sono ben abbinabili ma indipendenti, e si limitano al ruolo ornamentale che il braccialetto deve avere, diventando anche buone idee regalo per un amico o un appassionato di vela.
E infatti, il collegamento col mondo nautico è forte (il simbolo dell’àncora è abbastanza esplicito) ed è uno di quei “mondi” che sull’uomo stanno bene, portando con sé evocativi messaggi di sfida agli elementi naturali, ma anche sollievo e vacanza. Spero di farvi cosa gradita segnalandovi un brand che viene dal nord della Germania e che se vi fate un giro sul sito ha anche una serie di altri articoli in vendita (orologi, gemelli, papillon, cravatte ecc.), che però trovo meno caratteristici e rispetto ai quali ho identificato competitor più “accattivanti” (per stile e rapporto qualità/prezzo). Sullo stesso tipo di accessorio, ci si può orientare anche verso brand meno costosi e più “giocati” (ad esempio gli olandesi di Trashness sono assolutamente simpatici) oppure prodotti più raffinati che l’ancora ce l’hanno magari in argento o addirittura oro. Lì sta al buon senso di ciascuno, e alle tasche, decidere se spendere 3 euro (su Amazon), 15 euro (nell’ultimo caso), 30 euro (nel primo), o un valore tendente a infinito, come in tutte le cose.
Certo, un dettaglio che da web è difficile capire ma che è essenziale in questo caso, è la qualità della corda: l’allaccio metallico, bene o male, si riesce ad intendere da una foto, ma la corda può essere davvero nautica (troppo dura), ben riprodotta (Hewitt) oppure morbida (cotone) e dalla longevità più limitata (Trashness) se per esempio la si bagna o tiene indossata troppo.
L’unica cosa che mi importa ribadirvi riguarda invece le collane/collanine: come per i tatuaggi, non appartenete a nessuna tribù e non siete grandi mafiosi russi. Quindi toglietevi i catenoni d’oro, potete tenerli in cassetta di sicurezza o farli fondere, e se proprio la Madonnina che vi ha regalato per il battesimo la nonna è un oggetto a cui siete indissolubilmente legati, potete tenerla giustificandovi con il valore affettivo. Il che, però, non equivale ad andarne fieri.
Ora sta a voi raccontarmi quali braccialetti preferiti avete oppure, in alternativa, quali altri accessori derivati dal mondo delle barche a vela vi piace indossare. Siamo qui per scambiarci idee e spunti o no?
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