“La trascuratezza nel vestire è un suicidio morale” o una mancanza di rispetto verso se stessi ed il prossimo… Torno brevemente sulla ratio di questo blog, perché c’è una sola frase che ne riassume il senso futuro, in quanto a contenuti su dresscode, eleganza e affini. Intanto, l’eleganza (dal latino “elìgere” = scegliere) affascina scrittori e pensatori di tutti i tempi e torna d’attualità in tempi di decadenza come questi. Se ne sento il bisogno dopo aver fatto un giro per strada quasi in qualsiasi occasione: anche in quelle in cui non ce lo si aspetterebbe.
Ecco alcune “massime” (ho sempre amato gli aforismi, che vanno un po’ bene per ogni cosa e dicono tutto ed il contrario di tutto) come spunto di riflessione.
N. 1 La trascuratezza nel vestire è un suicidio morale. (Honoré de Balzac)
Non vi è mai successo di vestirvi in modo trasandato e sentire che anche il vostro modo di essere viene assimilato all’abbigliamento? C’è una persona che ci guarda sempre, qualsiasi cosa facciamo, e siamo noi stessi. (cfr. n. 5)
N. 2 Il bruto si copre, il ricco e lo sciocco si adornano, l’elegante si veste. (Honoré de Balzac)
Vestirsi ha tre implicazioni: difendersi dalle intemperie come primitivi, identificare il proprio status (o la propria occupazione) come servi o come padroni, e saper fare entrambe le cose bene. Il discorso sempre valido è sull’ostentazione: va bene per i ricchi, non va bene per i signori.
N. 3 L’uomo elegante è quello di cui non noti mai il vestito. (W. Somerset Maugham)
Se ci troviamo in un consesso di persone eleganti, il vestito verrebbe notato perché inadatto, più che per l’eventuale perfezione. Se ci troviamo in mezzo alle selve da struscio del sabato pomeriggio, nessuno farà caso a noi se non chi ci accompagna o noi stessi. Insomma, farsi notare, significa spesso aver sbagliato qualcosa. Non a caso le persone veramente eleganti, che sono quelle che sanno scegliere opportunamente il proprio abbigliamento, sono definite “persone eleganti”, non persone che “indossano vestiti eleganti”.
N. 4 Ogni persona che induca a pensare quanto costa l’abito che porta, non lo sa portare. (Riccardo Bacchelli)
N.4/b L’eleganza deve essere la giusta combinazione di distinzione, naturalezza, cura e semplicità. Fuori da questo, credetemi, non c’è eleganza. Solo pretesa. (Christian Dior)
Non il costo, non il prezzo, ma il valore di un abbigliamento, nella sua completezza, fanno l’eleganza. E’ un equilibrio di singoli elementi: abbinarne di costosissimi in maniera schizofrenica non farà che portare ad un risultato uguale, se non peggiore, ad averne di troppo umili per la circostanza in cui ci si trova.
N. 5 L’eleganza è comportarsi in solitudine come in società. (Sylvain Tesson)
Questo argomento meriterà un articolo a sé. Sta di fatto che tra i numerosi pregiudizi sull’eleganza c’è quello che la dipinge come “scomoda”. Può essere impegnativa, perché richiede tempo, ma non scomoda: come già visto, una camicia in spiaggia può essere più comoda di una polo. Un pigiama, o una camicia da notte, non sono in nulla peggio del vivere in mutande e, per carità, mangiare a tavola come Cristiani anche se si scalda una razione di cibo nel forno a microonde e si è da soli, ci mantiene all’onor del mondo e ci evita l’abbrutimento. Il costo? Perdere 5 minuti a lavare un piatto e qualche posata in più, o a infilarci un indumento in più, o a guardare di che colore sono gli indumenti che scegliamo per mettere contemporaneamente. Solo così, quando ci agghinderemo per il grande pubblico, lo faremo con la naturalezza di chi lo fa sempre, non ce ne accorgeremo, e non arriveremo agitati al grande momento, che è la cosa meno elegante immaginabile su questa terra.
N. 6 Il modo di vestirsi è una preoccupazione sciocca. Ma è molto sciocco per un uomo non esser ben vestito. (Lord Chesterfield)
Ecco la frase di cui parlavo all’inizio dell’articolo. Dice tutto, e lo dice bene.
2 Comments
“N. 1.Non vi è mai successo di vestirvi in modo trasandato e sentire che anche il vostro modo di essere viene assimilato all’abbigliamento?[…]”
-Mai, in nessun caso, nessun posto, nessun quando.
“N. 3 L’uomo elegante è quello di cui non noti mai il vestito.”
-Stai forse dicendo che vestirsi in t-shirt equivale a vestirsi elegante? Perché questa è l’implicazione.
“N. 5 L’eleganza è comportarsi in solitudine come in società.”
– La prima cosa sensata che leggo: comportarsi, dici bene, COMPORTARSI, non vestirsi. E no, vestirsi non equivale a comportarsi.
“[…] Solo così, quando ci agghinderemo per il grande pubblico, lo faremo con la naturalezza di chi lo fa sempre, non ce ne accorgeremo, e non arriveremo agitati al grande momento, che è la cosa meno elegante immaginabile su questa terra.”
– Io mi sento a mio agio a prescindere dal vestito, che ti devo dire…?!
“N. 6 Il modo di vestirsi è una preoccupazione sciocca. Ma è molto sciocco per un uomo non esser ben vestito.”
– Una delle poche citazioni che riescono a contraddirsi da sole, non era facile trovarla…!
Grazie del commento 🙂 apprezzo i rari esseri umani che si prendono il tempo di leggere vecchi contenuti web. Nel merito, trovo gli aforismi elencati simpatici per una lunga serie di motivi…
“N. 1.Non vi è mai successo di vestirvi in modo trasandato e sentire che anche il vostro modo di essere viene assimilato all’abbigliamento?[…]”
-Mai, in nessun caso, nessun posto, nessun quando.
R: bene! io, invece, mi riconosco abbastanza: quando ho bisogno di “carica” mi vesto meglio, quando sono “trasandato”, appunto, tendo ad essere più pigro. Sarà soggettivo, sia nel mio caso che nel tuo, ma torniamo al famoso “l’abito non fa il monaco”, e varie negazioni del principio.
“N. 3 L’uomo elegante è quello di cui non noti mai il vestito.”
-Stai forse dicendo che vestirsi in t-shirt equivale a vestirsi elegante? Perché questa è l’implicazione.
R: da quanto interpreto dell’aforisma, non si riferisce ad un dress code specifico, quindi sì: è applicabile anche allo stile informale. A quel punto, forse una t-shirt tinta unita e non sgargiante si può ritener più elegante di una t-shirt punk con grossi gatti fluo. A livello formale, invece, meglio un abito blu che un abito principe di Galles arancione e viola.
“N. 5 L’eleganza è comportarsi in solitudine come in società.”
– La prima cosa sensata che leggo: comportarsi, dici bene, COMPORTARSI, non vestirsi. E no, vestirsi non equivale a comportarsi.
R: apprezzo molto che tu sia d’accordo. Anche secondo me, l’eleganza è più trattar bene il cameriere in pizzeria che non avere un doppiopetto Brioni da 12.000 euro. All’epoca in cui ho scritto questo blog (per poco tempo per altro, mancandomi la costanza negli hobby) volevo dare consigli e spunti “estetici”, più che unicamente moralistici, per cui spesso mi sono soffermato sull’abbigliamento.
“[…] Solo così, quando ci agghinderemo per il grande pubblico, lo faremo con la naturalezza di chi lo fa sempre, non ce ne accorgeremo, e non arriveremo agitati al grande momento, che è la cosa meno elegante immaginabile su questa terra.”
– Io mi sento a mio agio a prescindere dal vestito, che ti devo dire…?!
R: sono molto contento per te! Come ogni cosa dipende dalle situazioni, dai contesti, dalle proprie inclinazioni. Evitando il ridicolo, apprezzo sia chi sa stare a proprio agio – per esagerare – in “uniforme” elegante ad un rave, sia chi può sfoggiare una cresta punk ai più alti livelli di un istituto finanziario.
“N. 6 Il modo di vestirsi è una preoccupazione sciocca. Ma è molto sciocco per un uomo non esser ben vestito.”
– Una delle poche citazioni che riescono a contraddirsi da sole, non era facile trovarla…!
R: qui entriamo nell’estetica della retorica, la trovo al contrario molto efficace proprio perché pare contraddirsi. È sciocco pensare troppo all’abbigliamento, quanto è sciocco abbigliarsi in modo sbagliato (= non pensare troppo all’abbigliamento ed abbigliati nel modo giusto).
PS mi scuso per il ritardo nella risposta 😉
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