Uno dei temi principali di questo blog è quel complesso mondo di piccole “cose da sapere” a proposito di abbigliamento e vestiario maschile. Appartengo alla scuola classica di chi preferisce non stupire ostentatamente, ma amo l’ironia nel dettaglio: per cui mi concentro spesso sugli accessori, che sono modi quasi nascosti di raccontare le mie passioni, i miei gusti, le mie stranezze. Tuttavia, anche scegliendo questi elementi “liberi”, che caratterizzano l’outfit di ogni persona classicheggiante, ci sono dei principi da rispettare, e oggi vi racconto brevemente come abbinare cintura e scarpe.
E’ risaputo che c’è spesso una relazione tra due capi d’abbigliamento, o due accessori. La cravatta e la pochette nel taschino hanno una relazione clandestina, devono essere in sintonia ma mai uguali. La giacca ed i pantaloni, in caso di spezzato, devono essere perfettamente complementari, oppure nati per stare insieme: sono da abolire gradazioni diverse dello stesso colore, per cui o c’è il giorno e la notte (es. pantaloni scuri e giacca chiara o viceversa), oppure c’è una predestinazione (pantaloni blu navy e giacca principe di Galles sullo stesso blu). Per i calzini… c’è chi li lascia single, laggiù, e c’è chi invece li vede apparentati con la camicia. Così come per i gemelli, che possono creare una scandalosa relazione a tre con una piccola spilla a tema, o rimanersene quasi invisibili a farsi notare solo da chi ne è degno.
Ma ci sono due accessori (quasi tre) che sono funzionali, immancabili, e razzisti: sono le scarpe, la cintura (come anticipato) e – in certi casi – il cinturino dell’orologio.
La regola aurea è semplice: scarpe formali richiedono una cintura formale (di cuoio, liscia, tinta unita, semplicissima come fibbia), scarpe casual (mocassini, scarpe da vela, ecc.) richiedono cinture informali (quindi di stoffa, di fattura più spessa in cuoio, di gomma, chi più ne ha più ne metta).
Per orientarsi intuitivamente basta pensare al materiale di cui sono fatti entrambi gli accessori: normalmente cuoio. Al massimo un po’ di metallo. Ecco: di tipi di cuoio e di tipi di metallo è consigliabile averne solo uno per volta addosso. E il “tipo” di cuoio o di metallo, ricomprende anche la colorazione. Semplice no?
Nell’outfit formale dunque, se le scarpe sono nere, la cintura è nera e il cinturino dell’orologio (se non è metallico o se l’orologio non è così particolare da vivere a sé) sono neri. Se uno è color tabacco, gli altri seguono in fila, e normalmente a dettar legge è la scarpa. Le fibbie sono sempre lineari e mai appariscenti: i patacconi da cow-boy vanno bene, appunto, se si fanno transumare le vacche da un pascolo all’altro, in groppa ad un grigio pomellato. Non se si esce a cena o se si gira in città.
In più c’è da sottolineare che un completo gradisce decisamente che si utilizzi una cintura. Conclude l’abbigliamento con un senso di pienezza che solo le bretelle possono compensare (anzi superare, ma bisogna saperle portare), ed in caso di mancanza si crea un effetto sciatteria molto più visibile di quanto non ci si potrebbe immaginare.
Come abbinare cintura e scarpe?
Ma come fare, mentre ci si crea un guardaroba, a gestire la “questione cintura” senza svenarsi? In un mondo perfetto, le scarpe sarebbero di quelle fatte su misura da maestri calzolai (ne conosco un paio, li ammiro, ma non mi sono ancora potuto servire da loro…) e, nella scelta del cuoio, si dovrebbe produrre anche la cintura gemella, quella che se c’è un effetto forato nella scarpa lo richiama intorno alla vita, e si comporta perfettamente nell’accoppiata, come una seconda parte dello stesso oggetto (per questo definivo la coppia “razzista”). Così, un gentleman si troverebbe con il suo bell’armadio in cui scegliere il completo, abbinare scarpa e cintura nate insieme, scegliersi poi gli altri accessori con l’estro del momento per creare una combinazione unica che possa distinguere quel giorno da tutti gli altri. Ma non viviamo in un mondo perfetto, e il consiglio che posso dare è quello di avere almeno tre cinture: una di stile neutro nera, una di stile neutro di un marrone medio, né troppo chiaro né proprio scuro da confondersi con il nero, ed una informale, di altro materiale (es. corda con fibbia metallica) e di colore neutro (ad es. proprio tinta corda, che può andare su tutto) per i chinos.
Una bizzarria che mi concedo, per parlare anche di eccezioni, è quella di usare una cintura di gomma, nera, ricavata dagli pneumatici di una bicicletta: è chiaramente un elemento eretico, nel mio abbigliamento, ma ha una forma sottile e poco visibile che la rende assai discreta e provocatoria. Ovviamente, sarebbe una cintura informale, e sarebbe da portare con scarpe non di cuoio e non di colori che fanno a pugni con il nero (ad es. scarpe da vela blu), ma, talvolta, ritengo si possa osare un pochino. Qualcuno forse vorrà mettermi al rogo per questo, ma non me ne curo.
Il cuoio è costoso, e soprattutto lo è la manodopera per fare una bella scarpa. Approfondiremo nel dettaglio un giorno l’argomento, magari quando mi farò un viaggetto a trovare uno dei maestri di cui parlavo prima e mi farò fare il primo paio di scarpe su misura. Ma ci sono varie marche che garantiscono durate eterne, con un po’ di cura (e anche questo della cura è un argomento da approfondire, senza arrivare agli eccessi del cirage: cioè la “moda” di lucidarsi le scarpe con lo champagne), io per esempio adoro le Church’s e mi ci sono sempre trovato benissimo. Ma su questo siete liberi, ricordandovi che anche se non ci si pensa mai, le scarpe sono la prima cosa che una donna guarda in un uomo per valutarne lo stile… E questo per darvi la misura di come non sottovalutare quel che mettete laggiù. Insomma ricordatevi: da questi dettagli riuscirete a tirar fuori un complessivo aspetto di eleganza che non lascerà margini di dubbi sul vostro buon gusto e rassicurerete il mondo sul fatto che siete perfettamente consapevoli di come abbinare cintura e scarpe!
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