Il Bignami della Scarpa

Il Bignami della Scarpa

La scarpa… Abbiamo parlato di scarpetta (qui), abbiamo parlato di abbinare scarpe e cinture (qui)… ma un po’ di parole sulla scarpa in quanto mondo a parte non le abbiamo spese. Ecco quindi un breve articolo su tutto quel che c’è da sapere a proposito di cosa vi mettete attorno ai piedi. O almeno, le informazioni base.

Come consigli per gli acquisti, rimando al mio brand preferito nel non-artigianale: Church’s.

Scarpa_bignami

I tipi di scarpa

La Oxford è detta anche Francesina ed è quella più elegante, ad allacciatura chiusa e senza “disegni”.

La Derby è invece una scarpa ad allacciatura aperta e può essere, a seconda dell’estro di chi la lavora (e di chi la sceglie) liscia (più elegante), full brogue (con tante incisioni, più da giorno), oppure semi-brogue (una gentile via di mezzo).

La brogue può quindi essere più discreta o arrivare a veri e propri intarsi che giocano anche sul contrasto cromatico, come nelle roboanti scarpe anni venti un po’ bianche un po’ tinta cammello.

Il mocassino è una scarpa aggraziata e garbata: oggi vanno molto di moda gli scamosciati, o comunque i mocassini minimalisti che si vedono spesso d’estate, rigorosamente indossati senza calze e sotto pantaloni a gamba stretta sulla caviglia, senza risvolto. Si chiama Penny-loafer ed è una scarpa prevalentemente da giorno, o per lo meno, indicata per occasioni informali o semi-formali. La scarpa da barca è sempre un mocassino, ma stringato ed antiscivolo per il massimo grip in barca.

Buks, o Casual Derby, è un’evoluzione della prima, con una suola più spessa e sportiva, che si adatta in particolar modo ad occasioni legate al tempo libero.

La Polacchina è – a mio parere – un po’ fuori moda. Strutturalmente nasce sempre dall’evoluzione di una Derby ma arriva alla caviglia ed è più chiusa. Da abbinare anche a completi perché, in teoria, si adatta anche alle occasioni formali.

Gli scarponi sono poi un mondo a sé. Qui ne ho disegnato uno che ricorda il “vecchio scarpone” degli alpini, ma sono ovviamente legati ad attività fuoriporta e devono avere un utilizzo legato alla loro funzionalità. Non possono, per dire, stare sotto un completo o adattarsi ad una cena fuori, ma è abbastanza intuitivo…

Le Sneaker infine sono l’evoluzione da “uomo” delle scarpe da tennis di tela. Sono prettamente sportive e casual e stanno bene se non si indossa una giacca, sotto un pantalone chinos o un paio di jeans.

Il lessico adeguato

  1. La fodera: parte interna a contatto con il piede;
  2. La linguetta: evita che l’apertura della scarpa sia troppo esposta;
  3. Il Portocchielli del gambetto: normalmente sovrapposti a mascherina e linguetta;
  4. La mascherina: la parte della scarpa che le dona l’aspetto finale al colpo d’occhio;
  5. Dentellature o impuntature: impreziosiscono la punta (in questo caso voleva essere “a coda di rondine”) anche se per l’eleganza vale secondo me sempre il principio “less is more”. Per cui, in caso di formalità, il liscio è meglio;
  6. Il brogueings è un disegno decorativo a traforo, che rappresenta l’impreziosimento stilistico della scarpa;
  7. Il guardolo è una striscia di cuoio che sigilla la suola applicata alla tomaia, la parte della scarpa che racchiude il piede: ovviamente meglio è fatto, meno acqua può passare;
  8. Il wing tip è il nome inglese della brogue: le decorazioni hanno un andamento ad “ala” e sembrano volare attorno alla scarpa;
  9. La cimosa: la rifinitura attorno al collo del piede, che chiude la scarpa in alto;
  10. Il contrafforte: la “rinforzatura” che chiude il tallone posteriormente.

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