Ci sono tanti racconti e dicerie sull’anima gemella. Senz’altro è una cosa importante di cui occuparsi, nella vita, ma nel frattempo ci si può allenare, molto più semplicemente, scegliendosi un paio di gemelli ed usandoli per chiudere i polsini della camicia. Tra i tanti accessori che si utilizzano quotidianamente, questi sono senz’altro i più divertenti e stimolanti, recuperati dalla tradizione in una delle rare buone tendenze della moda. Parliamone un po’…
Intuitivamente, anche senza essere appassionati di Downtown Abbey, possiamo arguire che, prima che ci fossero i bottoni, prima del velcro e delle zip… insomma, che in principio c’erano i gemelli. Sapete, perché ve ne ho parlato, della mia fissazione per le camicie e anche della mia convinzione che per essere eleganti, non si debba necessariamente stupire: anzi, mantenendo gli elementi principali molto classici (completi blu, colletti all’italiana o alla francese ecc.), ci si deve concentrare sui particolari. In primo luogo le cravatte, che però sono ben più di un dettaglio, in seconda istanza proprio loro: i gemelli.
A loro possiamo delegare il compito di dare un indizio importante sui nostri gusti: stanno lì, seminascosti, a farsi notare solo da chi li vuole notare. Completano il polsino dando un’allure molto più curata del solito bottone, e, come si diceva una volta, “fanno fine e non impegnano”. In più ce ne sono davvero per tutti i gusti. Ho visto vetrine, a Londra, completamente riempite di cufflinks dalle 10 alle 500 sterline, ho trovato portali e negozi online con la più vasta scelta, ma, soprattutto, ho diffuso la voce che se mi si vuole fare un regalo, questo è l’oggetto giusto: mai uguale, sempre utile, collezionabile!
Conosciamo i gemelli: tipologie
Essendo un oggetto antico, un po’ come la giarrettiera da uomo (il reggicalze però, ammetto, non sono ancora arrivato ad usarlo), hanno anche loro avuto un’evoluzione importante.
I più belli, ma anche più scomodi da indossare, sono i gemelli “simmetrici”, ovvero quelli che sono ciascuno composto da due “facce” uguali, delle stesse dimensioni e con lo stesso “disegno”, uniti da una catena (da cui il nome della tipologia: gemelli a catena). Sono i più scomodi perché i due lati non agevolano in alcun modo l’ingresso nell’asola del polsino, ma sono i più belli perché lasciano il polsino morbido e che fa intravedere il traversino: vincono in eleganza sacrificandosi in praticità.
L’altra metà del cielo è costituita dai Torpedo: modelli facili da indossare e forse oggi più diffusi, appena meno eleganti. In questi c’è una capsula a forma di proiettile sostenuta da due clip, attaccata alla “faccia” principale del gemello, che si lascia verso l’esterno (quindi, il singolo gemello risulta asimmetrico, a differenza della stragrande maggioranza dei gemelli a catena, perché ha la sua parte estetica limitata ad un solo componente). Il proiettile si infila facilmente nell’asola e poi si ruota sul proprio asse, capovolgendosi orizzontalmente e “bloccando” il polsino.
Esistono diverse varianti, ovviamente, a queste prime due:
- una variante del Torpedo detta “a coda di balena”, che sostituisce il “proiettile” con un “traversino”, sempre da capovolgere ed infilare rigirato nel polsino;
- i “reversibili”, sostituiscono il proiettile con un’altro bottone: per cui diventano gemelli double-face, distinti dai gemelli a catena semplicemente dal fatto che, nel singolo gemello, le due facce non sono uguali identiche. Una può essere un po’ più piccola, oppure essere proprio differente dall’altra, e ci sarà comunque un rapporto di subordinazione tra una faccia principale ed una secondaria, entrambe però utilizzabili verso l’esterno: come avere due paia di gemelli in uno;
- il “fixed backing” (che può sia essere simmetrico che asimmetrico), che ha le due parti unite da una fascetta di metallo rigida, al posto della catena. Scomodo da indossare, è però monolitico nell’aspetto;
- lo sferico: sempre raccordato a catena, oltre alla “faccia” del bottone da tenere verso l’esterno si trova, all’altra estremità (quindi asimmetrico) una sfera di argento, oro o metallo. Rispetto al proiettile del Torpedo, alla coda di balena o a chiusure varie ed eventuali, la sfera è più armoniosa ed elegante, e si avvicina un po’ di più allo spirito del gemello a catena. Detto tra noi, però, si sfila anche più facilmente, per cui non è da utilizzare per tenere veramente chiusi i polsini, se per esempio vanno un po’ stretti.
Anche sui materiali, si può andare dall’oro di più grande qualità, con diamanti incastonati, alla plastica o al materiale di recupero (tappi di bottigliette trasformati in Torpedo, tasti di vecchie macchine da scrivere, bulloni… sbizzarritevi!): per un periodo si sono diffusi come un’epidemia anche gemelli fatti di elastico, simili a piccoli gomitoli colorati, da abbinare ad altri elementi dell’outfit generale, che però non mi hanno mai convinto fino in fondo, visto che li trovo scomodi come i bellissimi gemelli simmetrici, troppo sportivi e, contemporaneamente, anche meno “personali” dei Torpedo.
I consigli che posso darvi sono solo generici, visto l’altissimo livello di personalizzazione che i gemelli permettono:
- evitate i patacconi: i gemelli troppo grossi o sgargianti, che si fanno notare perché è impossibile non vederli;
- cercate di calibrarli: se siete ad una cerimonia formale, meglio un gemello semplice e dorato, piuttosto che un mostriciattolo Lego, mentre se siete in ufficio o in giro per appuntamenti, meglio un gemello spiritoso o informale, essendo già elegante il fatto che lo usiate;
- ovviamente (ma ho imparato che non si deve mai dare nulla per troppo scontato) si chiamano gemelli perché vanno in coppia: mai usare un gemello di un tipo e l’altro di un altro, sarebbe un po’ come mettere una scarpa derby nera a destra e un mocassino marrone a sinistra.
Andate e comprate – ovviamente non prima di aver scelto qualche camicia col polsino giusto! (per un inizio low budget vi consiglio Etsy, ma guardatevi attorno, sono anche tra gli oggetti migliori da scegliere ai mercatini dell’usato…)
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