Parliamo spesso di completi e di un dress-code formale, o per lo meno adeguato alle occasioni in cui, tutti i giorni, vogliamo essere rispettosi di chi ci circonda. Ma ci sono anche altre possibilità che permettono un buon outfit, meno rigoroso ma senz’altro piacevole. Su tutti, un esempio è lo spezzato: cioè l’abbinamento di una giacca ad un paio di pantaloni, entrambi nati come elementi indipendenti.
Sembra semplice, ma dietro lo spezzato si nascondono grosse insidie. Intanto, per quanto riguarda l’utilizzo, c’è da dimenticarselo per le cerimonie (salvo il caso in cui si abbia meno di dodici anni, e allora è più delicato avere pantaloni grigi e giacca blu, perché i bambini con i completi non si possono vedere), ma si può declinare praticamente in tutte le altre occasioni. E’ una questione di gusto personale, ma ci sono spezzati ben più eleganti di certi completi commerciali, un po’ lucidi, che sarebbe meglio bruciare piuttosto che mettere.
Vediamo alcune considerazioni, o “regole”, relative al “registro”, ai “colori” ed ai “tessuti”. Poi un ultimo cenno agli “accessori” e non dovremmo più avere dubbi.
Il registro
Essendo composto dal binomio pantalone + giacca, lo spezzato può avere vari livelli di eleganza. Se il pantalone è un chinos o se è un jeans, la globalità del vestito sarà sportiva, da fine settimana o da serata in giro per locali, insieme ad una giacca informale. Se invece il pantalone è un vigogna con le pence antracite e sopra c’è un blazer doppiopetto blu, l’occasione deve essere quella giusta. Il contrasto estremo può essere usato, ma con molta cautela: ad esempio abbinando una giacca doppio petto blu ad un paio di jeans, ma occorre prima un po’ farsi l’occhio di cosa è ridicolo e di cosa è visivamente appagante. Meglio che ad accomunare i due capi indossati contemporaneamente, quindi, sia il “registro”.
I colori
Altro discorso sono i colori (la prima caratteristica che salta all’occhio). Da escludersi, a priori, le nuances. Se la giacca è beige, i pantaloni nello spezzato non-devono-assolutamente-essere di un altro beige, per quanto “abbastanza simile”. Sui colori si può riflettere rapidamente ad esclusione chiedendosi
- quanti colori ho addosso? Risposta: non devono essere più di tre.
- si abbinano bene? Risposta: giacca e pantaloni si attraggono se sono “opposti”, per cui giacca scura, pantalone chiaro e viceversa, per evitare effetti ottici spiacevoli.
- che effetto voglio ottenere? Risposta: un uso simpatico dello spezzato è quello di offrire il pretesto ad utilizzare colori un po’ più vivi di quelli consentiti usualmente nell’abbigliamento maschile. Un verde mela? Un rosa salmone? Sarebbero inguardabili su un completo, ma sotto una giacca blu possono starci, per vestire il tempo libero. Se quindi vogliamo che l’effetto sia elegante, i colori oltre che i registri di pantaloni e giacca dovranno essere eleganti. Altrimenti, se volete giocare, giocate.
I tessuti
Discorso a parte rispetto ai colori, ma non così lontano, è quello dei tessuti, che riguarda anche le fantasie. Qui ci sono due semplici e veloci regole da ricordare:
- pantaloni e giacca devono essere omogenei, se non proprio dello stesso materiale. Per cui d’estate leggeri e d’inverno pesanti (lapalissiano): niente incroci, anche se sono tollerabili abbinamenti non esattamente corrispondenti (ad esempio: giacca di lino e pantaloni di cotone leggero);
- in caso di tessuti “fantasia” come pied de poule, principe di Galles, giacche con Tweed spigati o pantaloni Tartan, l’abbinamento è doverosamente con un tinta unita, meglio se corrispondente ad uno dei colori “contenuti” nella fantasia in questione. In questo caso si può ammettere anche che il colore non sia esattamente identico, ma va comunque molto simile: ci aiuta il fatto che, per esempio in un principe di Galles con una riga azzurra, quell’azzurro dia una percezione d’insieme che lo rende molto più neutro di quanto non sarebbe se colorasse l’intera giacca.
Gli accessori
Infine, eccoci a discutere di come concludere l’outfit. Se il completo esige quasi totalmente la presenza di cravatta, lo spezzato lascia spazio alla situazione in cui lo si indossa. E’ comunque un casual che negli inviti viene spesso (orrendamente) definito smart, per cui è opportuno qualche accorgimento in più rispetto alla tenuta che si può indossare per fare jogging… e della cravatta si può anche fare a meno.
Della camicia: doverosa, possibilmente neutra (bianca o azzurra) e nel rispetto della regola dei tre colori complessivi dell’abbigliamento, al di là del buon senso nello sceglierla (se i pantaloni sono tinta unita e la giacca pure, va bene anche rigata), è da scegliere liberamente in quanto a colletto e polsini. Colletto all’italiana e gemelli divertenti, per dire, sono un’ottima combinazione. In caso di cravatta, sceglierla sottile, in caso di assenza della cravatta, ovviamente primo (ed eventualmente secondo) bottone in alto aperto.
Della pochette: un articolo che non abbiamo ancora trattato, ma che è il centro di un mondo, è il fazzoletto da taschino. Ideale, in caso di assenza di cravatta, per smuovere l’aspetto generale e dare un tocco di attenzione in più. Ne parleremo più approfonditamente, ma per ora basti ricordare che bianca (di lino o seta) va bene sempre, colorata deve rispettare la regola dei tre colori (è l’unico caso in cui si può abbinare alla camicia), con fantasie… beh, deve essere di bell’aspetto: per cui non germogliare su chi abbia una giacca con un tessuto già a fantasia, né fare a pugni con pantaloni fantasiosi.
Delle scarpe: qui vale la regola del “registro” da rispettare. Ma è inopportuno scendere sotto il livello formale dei mocassini, siano essi scamosciati oppure da barca. Ah, e ricordiamoci, visto che siamo in zona, l’abominio che spesso viene evocato da chi usa lo spezzato in abbinato coi mocassini: il risvoltino sopra la caviglia. Tipico esempio di come una moda (si spera passeggera) devasti il gusto di generazioni trascinandole nel ridicolo. Per il resto, valgono i principi per abbinare la pelletteria di cui abbiamo già parlato.
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