Era il 2009 quando, con Joomla, il mio primo sito personale, giovannivagnone.it, vide la luce. La priorità era allora quella di raccogliere un archivio di tutti gli articoli scritti (all’epoca già oltre 200), che tra un computer e l’altro rischiavano di perdersi o smarrirsi nella rete. Cosa poi puntualmente occorsa. In più, i social media erano più deboli e la voglia e speranza di “fare numeri” col traffico di un portale erano anche condizionate da svariate attività politiche.
Il vecchio Joomla ha poi lasciato spazio ad un più moderno WordPress, la cui finalità è stata quella di ampliare la raccolta di contenuti, estendendola ad una superficiale ed approssimativa ricerca storica sulle mie radici ed alla mia professione: un campo che non ho mai esplorato con serietà, provando sempre una tremenda idiosincrasia con tutti i guru del marketing. Anche in quel caso la velleità enciclopedica si è scontrata con il quotidiano, ed il 2015 (anno del passaggio di tecnologia) ha poi aperto la strada al disinteresse e all’abbandono.
Nel 2020, anno pandemico e di altre priorità, pur essendo uno che si occupa per altri della loro presenza digitale, ho quasi volutamente lasciato morire il mio amato (e trascurato) sito personale, ho lasciato che scadesse l’hosting, ho lasciato che il database MySQL passasse a miglior vita, ho addirittura – ignorando i vari avvisi automatici – permesso che le copie di backup venissero irrimediabilmente perse. Tutte cose che per un cliente qualsiasi non avrei mai permesso accadessero. Ed insieme a loro, tutti gli articoli del passato.
Ho però voluto inconsciamente questa cesura ed oggi mi appresto ad un nuovo inizio, con un sito tutto fatto da me nel tempo libero, e con prospettive nuove.
Più relazionale e qualitativo, nella ricerca di lettori e del dialogo con loro.
Più “narrante” e meno istituzionale, da un certo punto di vista, perché ormai si è tutti abituati a diffondere in rete qualsiasi riflessione ed almeno potrò diffondere le mie in uno spazio di cui sono “proprietario”.
Più indipendente, perché non è una testata con una linea editoriale e non è un social network con una policy algoritmica manovrata da remote IA.
Non miro a grandi risultati, ma ad una piattaforma d’appoggio per vari progetti: un bivio con indicazioni tra le mie attività professionali, i miei approfondimenti, i miei ragionamenti sociali e politici e la possibilità di un contatto diretto ed immediato.
In poche parole: un sito personale.
PS: in fondo in fondo al blog, negli archivi, ho anche deciso di recuperare un po’ di footprint digitali abbandonate:
il blog che per un anno circa ho tenuto, di stile maschile e buona educazione (scrivevo degli stessi temi su un giornale)
il blog-live-journal durante il Cammino di Santiago che mi ha cambiato la vita completamente e mi ha reso quello che sono, che scrivevo dal mio vecchio iPhone mentre camminavo…
Insomma, mancheranno solo le cose “serie” e ci sarà molto di personale da queste parti…