Non credo che la behavioural economics sia una scienza esatta, eppure è una scienza ed è assai interessante. Il tema mi è diventato caro durante il primissimo lockdown da Covid, quando tra mille corsi online ne ho trovato uno particolarmente ben fatto e particolarmente interessante.
I motivi sono di immediata comprensione: “faccio comunicazione”, se ciò può voler dire qualcosa, da circa 15 anni ed ho visto il settore evolversi in modo totale. Ho iniziato quando piccole-grandi Agenzie fiorite negli anni ’80-’90 stavano collassando, ho visto emergere i guru dei social e della SEO, ma soprattutto ricordo quando fare SEO significava ripetere centinaia di volte la parola chiave bianco su bianco nel background html di una pagina web e non assecondare come schiavi gli ipotetici capricci di onnipotenti motori di ricerca. Insomma, ho visto poco ma dal mio punto di vista già abbastanza per voler cercare un modo di rendere oggettiva e convincente la creatività che proponevo, al di là della fiducia a pelle e dei rapporti con i clienti.
Le regole della SEO mi hanno sempre lasciato perplesso. Ad un cambiamento dell’algoritmo, può corrispondere una penalizzazione laddove poco prima c’era un vantaggio competitivo. E, soprattutto, sono meccanismi quantitativi e non qualitativi. La “Behavioural Economics” è un’altra cosa. Non è solo marketing e comunicazione, profuma di manipolazione, senza sprofondare nella meschinità del raggiro. Significa capire come le persone pensano per portarle dove si vuole, senza mentire: in poche parole è una traduzione psicologica della prima regola della comunicazione, cioè che prima di parlare si deve ascoltare e capire l’interlocutore.
Primi passi nella behavioural economics
È così che ho riportato una serie di nozioni, divise in capitoli, che possono essere utili a molti come introduzione al tema. In futuro penso continuerò a condividere scoperte e trucchetti, attraverso questo blog ed i social dell’Agenzia che sono onorato di dirigere (RETROX, parte della famiglia Retro Consulting Group).
Ecco l’indice degli articoli precedenti:
- Come funziona il nostro cervello
- Nudging: la teoria dell’incoraggiamento
- Framing: l’incorniciamento
- Le norme sociali
- Defaults: opzioni “predefinite”
- L’abbondanza della “Scarsità”
- Il Priming e le tecniche di adescamento del cervello
- Commitment devices: cosa sono i “dispositivi di impegno”
- Etica del nudging
Un mondo (in)esplorato
Della behavioural economics, intanto, iniziano a parlare sempre più studiosi. Ed è uno di quei temi che, più ci si addentra, più si arricchiscono di percorsi, approfondimenti e sfaccettature. Personalmente, sono un dilettante che in verità continua ad utilizzare i criteri e principi che ha consolidato in anni di lavoro, non un esperto di neuromarketing provetto: l’economia comportamentale la uso come prova del nove, come argomento di conversazione, come ulteriore livello di riflessione e approfondimento sui progetti che seguo. Ma sento che, pian pianino, sta sempre più filtrando nel mio modo di interagire con i contenuti che tratto.
Riporto di seguito una bibliografia: no, non ho letto tutti i testi riportati, ma ho in programma di farlo.
Alchemy: The Surprising Power of Ideas That Don’t Make Sense
Rory Sutherland’s è l’autore del corso online che ho seguito: un elenco di esempi e casi da tutto il mondo, trattati con ironia british
Ogilvy Consulting
Ogilvy Consulting è il team della famosa multinazionale pubblicitaria dedicato ai behavioural interventions. È l’espressione pura di come i risultati accademici della psicologia sociale, delle neuroscienze e della biologia evolutiva possano applicarsi alla pubblicità.
The Decision Lab
Una lista di biases (pregiudizi) della Behavioural Economics
The Behavioural Economics 2020 Guide
Lo dice il titolo… una guida consultabile gratuitamente degli ultimi approfondimenti a tema.
The Choice Factory: 25 behavioural biases that influence what we buy
Gli Haynes Manual sono una specie di “Bignami” all’inglese. Questo, nello specifico, è relativo ai comportamenti dei consumatori.
Farnam Street
Blog, podcast e newsletter per essere innovativi e “avanti” in tema behavioral economics…
Richard Thaler’s over view of the history of BE
Un brillante articolo di Richard Thaler su come “Una ciotola di anacardi ha portato a scoperte di ricerca e all’economia comportamentale”
Kahneman – Thinking Fast and Slow
Fast and Slow è un best-seller del 2011 del vincitore del Nobel Daniel Kahneman che riassume la ricerca che ha condotto negli ultimi decenni
TED Talks on BE
Per chi preferisca sentire un relatore appassionato alla lettura di un buon libro.
Kurzban – Why Everyone (Else) is a Hypocrite
Robert Kurzban dimostra che la chiave per comprendere le nostre incoerenze comportamentali sta nella comprensione del disegno della mente. La mente umana è composta da molte unità specializzate progettate dal processo di evoluzione per selezione naturale.
Thaler and Sunstein – Nudge
Usando decine di esempi illuminanti, gli autori dimostrano come spingerci nella giusta direzione, senza limitare la nostra libertà di scelta.
Ariely – Predictably Irrational
Dan Ariely va al cuore del nostro strano comportamento, dimostrando come l’irrazionalità spesso soppianta il pensiero razionale e che la ragione di ciò è radicata nella struttura stessa delle nostre menti.
Changing Minds
Una bibliografia nella bibliografia della behavioural knowledge, per quanto esteticamente sia un colpo al cuore.